Napoleone
Bonaparte nacque ad Ajaccio in Corsica il 15 agosto 1769.
Appartenente
alla piccola nobiltà provinciale corsa, studiò nel collegio di Autun, studiò
nel collegio militare di Brienne e, dopo i 15 anni, alla scuola militare
di Parigi, ottenendo il grado di sottotenente di artiglieria .
Sposò
fin da giovane la causa di indipendenza Corsa e fu accusato di
diserzione quando il suo odio antifrancese lo spinse a non
rispondere alla chiamata alle armi del re Luigi XVI.
Fu
prima ufficiale d'artiglieria e quindi generale durante la Rivoluzione Francese .I meriti di Napoleone Bonaparte sono
tali che nel 1791 viene nominato comandante di battaglione nella Guardia
Nazionale di Ajaccio ed in seguito nell'ottobre del 1793, distintosi
nell'assedio di Tolone occupata dagli inglesi, viene nominato Generale
di Brigata. Fervido sostenitore della causa giacobina e legato al gruppo
di Robespierre, venne arrestato, dopo il colpo di stato del termidoro,
radiato dall'esercito e reintegrato nei gradi quando Barras gli affidò
il compito di reprimere il colpo di stato realista del 13 vendemmiaio
1795 (vendemmiaio
era il primo mese del calendario rivoluzionario francese e corrispondeva
(a seconda dell'anno) al periodo compreso tra il 22/24 settembre ed il
21/23 ottobre nel calendario gregoriano. Era il primo dei mois
d'automne (mesi d'autunno); seguiva i Giorni Sanculottidi e
precedeva brumaio.Il mese di vendemmiaio deve la sua etimologia
"alla vendemmia che avviene da settembre a ottobre").
Avuto
il 2 marzo 1796 il comando dell'Armata in Italia , conseguì parecchie
vittorie benché il suo compito fosse solamente quello di impegnare
le forze austro-piemontesi della prima coalizione, alleggerendo in tal
modo il fronte tedesco, fino al raggiungimento della Pace di Campoformio.
La
campagna d'Italia
L?1
marzo 1976 partì per l'Italia al comando di 38.000 uomini mal
equipaggiati, dando il via ad una operazione militare che, nei piani del
Direttorio, doveva essere semplicemente di “gdiversione”h, poiché
l'attacco all'Austria sarebbe dovuto avvenire lungo il fiume Reno. Iniziò
così la prima campagna d'Italia durante la quale Napoleone
nonostante l'inferiorità numerica e logistica, riuscì a sconfiggere
ripetutamente le forze austriache.
Numerose
le battaglie contro le forze armate austriache e piemontesi a Dego,
Millesimo, Cairo Montenotte, Cosseria e a San Michele Mondovì dove vi
fu una storica battaglia il 19 aprile 1796 chiamata "Battaglia
della Bicocca di San Giacomo" o "Presa di San Michele".
Con l'armistizio di Cherasco, Napoleone costrinse Vittorio Amedeo III di
Savoia alla Pace di Parigi (15 maggio), con la quale la Savoia e la
contea di Nizza venivano consegnate alla Francia. Il 10 maggio 1796
sbaragliò l'ultima difesa austriaca nella battaglia al Ponte di Lodi e
il 15 maggio dello stesso anno entrò a Milano.
Costretto
il Piemonte alla resa ed occupata Milano, Napoleone ricevette dai
Direttorio i pieni poteri sull'Armata d'Italia e si preparò al compito
più arduo: sconfiggere l'esercito austriaco. Dopo una serie di scontri,
le armate francesi e austriache si fronteggiarono, il 5 agosto, nella
Battaglia di Castiglione (la prima grande battaglia direttamente
condotta da Napoleone).In seguito l'esercito austriaco venne
battuto a Bassano, Arcole e, infine, a Rivoli.
Dunque
la situazione socio politica in Italia nel 1976 era la seguente :
Nell'ottobre
del 1796, si costituì la Legione Lombarda, prima forza armata composta
da italiani ad adottare quale bandiera di guerra il Tricolore (verde,
bianco e rosso). Contemporaneamente i territori che erano sotto lo stato
pontificio si costituirono in Repubblica Cispadana e adottarono il
tricolore quale bandiera nazionale. Il 29 giugno venne proclamata la
Repubblica Cisalpina con capitale Milano; la stessa il successivo 9
luglio incorporò la Repubblica Transpadana. La Repubblica Romana
ebbe invece vita breve , poiché nel 1800 lo Stato Pontificio fu
ripristinato.
Le
forze austriache intimorite dalla rapida marcia di Napoleone verso
Vienna, dovettero accettare una tregua, che si concretizzò nel trattato
di Campoformio, il 17 ottobre 1797.
Oltre all'indipendenza delle nuove repubbliche formatesi, la Francia
acquisiva i Paesi Bassi e la riva sinistra del Reno, gli Austriaci
inglobavano i territori della Repubblica di Venezia. Terminava la
campagna d'Italia con una secca sconfitta dell'Austria,.
Dotato
di un temperamento emotivo ed inquieto, opportunista desideroso di
potere, forte del prestigio conquistato sul campo, nel settembre del
1797 aiutò il Direttorio ad eliminare dalle assemblee alcuni membri
compiendo un vero e proprio colpo di stato (il Coup d'etat di
Fruttidoro) .
Nel
1798 gli fu affidata la spedizione in Egitto, destinata a tagliare i
collegamenti dell'Inghilterra con l'India e gli altri suoi possedimenti
d'oltremare.
All'inizio fu una campagna vittoriosa, Napoleone Bonaparte conquistò in
giugno l'isola di Malta, in luglio Alessandria d'Egitto e cominciò ad
avanzare verso la Siria, ma queste vittorie furono vanificata dalla distruzione,
della flotta francese . Napoleone,
costretto ad abbandonare l'Egitto, riuscì a sfuggire alla
sorveglianza della flotta inglese ed a sbarcare in Francia, mentre il
paese era sotto la minaccia dell'invasione.
La
campagna d'Egitto e di Siria
Nel
1798 il Direttorio per sviare l誕ttenzione dell?opinione pubblica,
preoccupato per l'eccessiva popolarità e per il notevole prestigio di
Bonaparte, gli affidò l'incarico di occupare l'Egitto sia per
contrastare l'accesso inglese all'India e quindi per danneggiarla
economicamente , sia per tenerlo estraneo alle vicende strettamente
europee. Un
indizio della devozione di Napoleone ai principi dell'Illuminismo fu la
sua decisione di affiancare gli studiosi alla sua spedizione(ciò portò
un notevole interesse per quel deserto a lungo dimenticato
determinando la nascita dell’ egittologia e il ritrovamento della
stele di rosetta che permise la traduzione dei geroglifici)
Dopo
un'importante vittoria nella battaglia delle Piramidi, Napoleone
schiacciò i mamelucchi ed entrando al Cairo divenne padrone
dell'Egitto. Pochi giorni dopo, il 1º agosto 1798, la flotta di
Napoleone in Egitto fu completamente distrutta dall'ammiraglio Horatio
Nelson, nella baia di Abukir, cosicché Napoleone rimase bloccato a
terra.Vistosi messo alle strette Napoleone decise di recarsi in Siria,
ma giunto a San Giovanni d'Acri, l'antica
fortezza dei crociati in Terra Santa,
Napoleone perse più di due mesi in un inutile assedio e la campagna di
Siria si concluse con un fallimento.
Ritornato
al Cairo, Napoleone sconfisse il 25 luglio 1799 un esercito di oltre
diecimila ottomani.Preoccupato
tuttavia delle terribili notizie che giungevano dalla Francia
(l'esercito in ripiegamento su tutti i fronti, il Direttorio ormai privo
di potere) e consapevole che la campagna d'Egitto non aveva conseguito i
fini sperati, Napoleone, lasciato il comando, s'imbarcò in gran segreto
il 22 agosto sulla fregata Muiron (preda bellica ex veneziana) alla
volta della Francia.
Ben
più gravi furono, tuttavia, le sconfitte subite dalle armate francesi
in Europa che screditarono completamente il Direttorio. Il 18 brumaio
Napoleone volse la situazione a suo favore instaurando una dittatura
militare nelle forme sancite dalla costituzione dell'anno VIII (1799) in
base alla quale, attraverso una riforma costituzionale, affidava il
potere a tre Consoli, di cui il primo era lui stesso. Successivi
plebisciti popolari gli consentirono il passaggio al consolato a vita
(1802) e, infine, all'impero (1804).
Il
18 brumaio e il Consolato
Il
9 ottobre 1799 Bonaparte sbarcò in Francia e la sua corsa verso Parigi
fu accompagnata dall'entusiasmo generale, nella speranza che il generale
fosse tornato in patria per assumere il controllo della difficilissima
situazione. Giunto a Parigi, egli riunì i cospiratori decisi a
rovesciare il Direttorio. Fatta trapelare la falsa notizia di un
complotto per rovesciare la repubblica, Napoleone ,nominato comandante
in capo di tutte le forze armate , riuscì a far votare al Consiglio
degli Anziani e al Consiglio dei Cinquecento una risoluzione (18 brumaio
(9 novembre)) che trasferisse le due Camere a Saint-Cloud fuori
Parigi (Ciò
fu fatto per evitare che durante il colpo di Stato qualche deputato
potesse sollevare i cittadini parigini per difendere la Repubblica).
L'intenzione di Napoleone era quella di portare le due Camere a votare
autonomamente il loro scioglimento e la cessione dei poteri nelle sue
mani. Non fu così: il Consiglio degli Anziani rimase freddo al discorso
di Napoleone, mentre quando Napoleone entrò nella sala del Consiglio
dei Cinquecento i deputati gli si lanciarono contro chiedendo di votare
per rendere Bonaparte fuorilegge (cosa che voleva significare l'arresto
e la ghigliottina). Nel momento in cui sembrava che il colpo di Stato
fosse prossimo alla catastrofe, a soccorrere Napoleone giunse il
fratello Luciano, che nelle vesti di presidente dei Cinquecento uscì
dalla sala e arringò le truppe schierate all'esterno, ordinando che
disperdessero i deputati terroristi. Le truppe, in gran parte veterani
delle campagne di Napoleone dispersero i deputati. Le Camere vennero
sciolte e fu votato il decreto che assegnava i pieni poteri a tre
consoli: Roger Ducos, Sieyès e Napoleone.
I
Consoli provvisori redissero insieme a due commissioni apposite una
nuova costituzione, la costituzione dell'anno VIII che ratificata con un
plebiscito popolare legittimava il colpo di Stato . Napoleone fattosi
nominare Primo Console ricostruiva la Francia con una struttura
amministrativa fortemente accentratrice ma così perfetta che è rimasta
tale fino a oggi.
Quando
fu eletto Primo Console, Napoleone aveva solo 30 anni : costrinse alla
pace prima l'Austria nel 1801 e l'Inghilterra nel 1802 e poi si dedicò
alla riorganizzazione interna della Francia.
Fautore
di una riorganizzazione dello stato fondata su un forte potere
esecutivo e sull'accentramento amministrativo, Napoleone Bonaparte
sottopose l'intero territorio francese al controllo del governo centrale
tramite l'azione dei prefetti e dei sindaci che erano di nomina
governativa.
In
ambito giuridico realizzò un'imponente opera di omogeneizzazione degli
ordinamenti legislativi, ponendo fine alla molteplicità delle fonti del
diritto che aveva caratterizzato la Francia dell’antico
regime. In particolare fu di grande importanza il Codice civile che,
esteso a tutti gli stati annessi o vassalli, sancì i principi della
libertà individuale, dell'uguaglianza giuridica e della proprietà
privata.
Grande
riformatore, Napoleone istituì la Banca di Francia per liberare lo
stato dalla dipendenza dai banchieri privati; per favorire la pace
sociale amnistiò i fuorusciti monarchici disposti a giurare fedeltà al
regime e, per soddisfare le aspettative dei cattolici, stipulò nel 1801
un concordato con la Santa Sede, riconoscendo il cattolicesimo come
religione della maggior parte dei francesi.
La
politica estera perseguita da Napoleone Bonaparte gli consentì, con la
forza delle armi (guerre napoleoniche), di riorganizzare temporaneamente
l'Europa centroccidentale in modo conforme agli interessi francesi,
introducendo profonde riforme negli assetti istituzionali e sociali dei
paesi assoggettati.
Guerra
in Europa, ascesa all'Impero
Durante
l'assenza di Napoleone impegnato in Egitto, i francesi erano stati
ripetutamente battuti in Italia e in Germania dagli austriaci . La nuova
coalizione antifrancese aveva rovesciato la Repubblica Napoletana del
1799, quella Romana e la Repubblica Cisalpina. Il 6 maggio 1800 però
Napoleone assunse nuovamente il comando dell'esercito francese e con un誕zione
repentina valicò le Alpi al passo del Gran San Bernardo sconfiggendo
gli austriaci colti di sorpresa nella battaglia di Montebello.
Mentre Napoleone ritornava a Milano, Il 14 giugno 1800 si combatté
la battaglia di Marengo. (Alle
tre del pomeriggio Napoleone aveva perso: alle otto della sera il suo
trionfo era completo).
La pace in Italia venne sancita con la pace di Luneville, che in pratica
riconfermava il precedente trattato di Campoformio violato dagli
Austriaci.
Nel
1802 venne proclamato Presidente della Repubblica Italiana, titolo che
conserverà sino al 17 marzo 1805 quando assumerà quello di Re
d'Italia.
Con
la pace di Amiens del 1802 anche l'Inghilterra accettava la pace con la
Francia. Napoleone aveva distrutto la nuova coalizione antifrancese,
assicurandosi tra l誕ltro anche l'appoggio dello zar di Russia
Alessandro I.
Nel
1802 Napoleone capendo che non avrebbe potuto difendere la Louisiana decise
di vendere una parte del Nord America agli Stati Uniti (8 aprile
1803).
Dopo
che Napoleone ebbe allargato la sua influenza alla Svizzera e alla
Germania, una disputa su Malta fornì all'Inghilterra il pretesto nel
1803 per dichiarare nuovamente guerra alla Francia.
Nel 1804 fu incoronato, dal Papa, Imperatore dei francesi, a Parigi,
nella Chiesa di Notre Dame e, l'anno dopo, si proclamò Re d'Italia.
Auto-incoronazione
in Notre-Dame
Napoleone
nominato console a vita era sovrano assoluto della Francia in seguito il
18 maggio 1804 il Senato lo proclamò imperatore dei francesi e il 2
dicembre dello stesso anno, nella cattedrale di Notre Dame a Parigi
avvenne l’fincoronazione ad opera del papa Pio VII ma al momento della
posa della corona sul capo Napoleone dando le spalle al pontefice si
autoincoronò imperatore dei francesi, e quindi imperatrice sua moglie
Giuseppina di Beauharnais (le voci secondo
cui Napoleone avrebbe strappato la corona dalle mani del Papa durante la
cerimonia, per non assoggettarsi all'autorità pontificia non
sono storicamente confermate , infatti Pio VII aspettandosi la
mossa e non toccò mai la corona con le sue mani).
Successivamente,
il 26 maggio 1805 nel Duomo di Milano, Napoleone fu incoronato Re
d'Italia con la Corona Ferrea, da sempre custodita nel Duomo di Monza.
Parole
di Napoleone prossimo alla morte sul popolo italiano: "Dopo il mio
passaggio, l'Italia non era più la stessa nazione: la sottana, che era
l'abito di moda per i giovani, fu sostituita dall'uniforme: invece di
passare la loro vita ai piedi delle donne, frequentavano i maneggi, le
sale d'armi, i campi militari, i bambini stessi iniziarono a giocare sul
selciato con interi reggimenti di soldatini di stagno e imitavano i
fatti di guerra e le mie battaglie. E quelli che cadevano non erano più
gli italiani.... ma gli austriaci. Prima, nelle commedie e negli
spettacoli di piazza, veniva sempre messo in scena qualche italiano
vile, anche se spiritoso, e di contro a lui un tipo di grosso soldato
straniero, forte, coraggioso e brutale, che finiva sempre col bastonare
l'italiano, fra le risa e gli applausi degli spettatori. Anche se non
c'era proprio niente da ridere ma semmai da piangere. Orbene: il popolo
italiano non tollerò più allusioni di questo genere; gli autori
dovettero cambiare. Iniziarono a mettere italiani valorosi, che
mettevano in fuga lo straniero, vi sostenevano il proprio onore e il
proprio diritto. Vi sembra poca cosa tutto questo? No! La coscienza
nazionale si era formata. E l'Italia ebbe per la prima volta i suoi
canti guerrieri e gli inni patriottici". (dal Memoriale di
San'Elena).
Rinasceva
in Francia la monarchia, ma non era la stessa monarchia rovesciata nel
1792, come citavano ora le formule «瓷mperatore dei francesi
per volontà del popolo»?(e non di Dio!).
Notiamo
che Napoleone era padrone assoluto ma il suo ordinamento non si rifaceva
alla nobiltà feudale dell'Ancien Régime, ma sui principi illuministici
della borghesia.
Negli
anni seguenti al 1805 una lunga serie di vittorie gli permise di
frantumare la terza coalizione, formata da Gran Bretagna, Austria e
Russia.
Nel
1807 anche la quarta coalizione tra Gran Bretagna, Russia e Svezia e
altre nazioni venne sconfitta
La
conquista dell'Europa
Nel
1805 si formò in Europa la terza coalizione contro Napoleone; egli
aveva trascorso l'ultimo anno a preparare un'alleanza con la Spagna
contro l'Inghilterra ma , vista la situazione troppo sfavorevole tornò
al comando della Grande Armata e giunse rapidamente nel cuore
dell'Europa per sconfiggere le forze nemiche sul continente. Il 21
ottobre a largo di Trafalgar la flotta francese comandata dal mediocre
ammiraglio Pierre-Charles Villeneuve veniva completamente annientata
dagli inglesi al comando di Horatio Nelson (
che però morì durante lo scontro, colpito da un tiro di moschetto).
Con questa sconfitta svanivano per sempre i sogni di invasione
dell'Inghilterra.
Le
forze coalizzate prevalentemente austriache e russe (sotto
il nuovo zar Alessandro I),
anche se con la neutralità della Prussia, erano numericamente
soverchianti ma divise. Due i fronti interessati: quello germanico, dove
Napoleone in persona guidava la Grande Armée e quello italiano dove il
generale Masséna guidava l'Armée d'Italie. A nulla valsero la resa del
generale nemico Mack ad Ulma (20 ottobre), la battaglia di Caldiero (30
ottobre) e la conquista di Vienna da parte di Gioacchino Murat: il
grosso dell'esercito nemico rimaneva infatti intatto. Il 2 dicembre
1805, tuttavia, anniversario della sua incoronazione, Napoleone mise
fine alla terza coalizione nella battaglia di Austerlitz (rimasta
nella storia come il suo capolavoro strategico).
Il giorno dopo i sovrani d'Europa chiesero la pace. L'Austria perdeva
anche Venezia, che veniva unita al regno d'Italia, e perdeva ogni
controllo sulla Germania, che ora si ricostruiva come Confederazione del
Reno. L'anno seguente Napoleone sconfisse la Prussia nella battaglia di
Jena (14 ottobre 1806).
La
quarta coalizione, comandata dalla Prussia, venne sconfitta il 14 giugno
1807 dopo la sanguinosissima battaglia di Eylau: lo zar Alessandro I fu
costretto a firmare la pace, nell'incontro di Tilsit. In quell'incontro
l'Europa venne ufficiosamente divisa in zone d'influenza
Quando
il papa rifiutò di aderire all'embargo nei confronti dell'Inghilterra,
dichiarando che le sue qualità di pastore universale gli imponevano la
neutralità, Napoleone fece occupare Roma e il 7 maggio 1809 ordinò
l'annessione dello Stato Pontificio all'Impero francese. Il papa rispose
con una bolla di scomunica e Napoleone rispose ordinando l’arresto del
pontefice che venne portato a Fontainebleau, dove Napoleone
riuscì solo quattro anni dopo a strappargli l'approvazione di un nuovo
Concordato.
Il
blocco continentale e la conquista della Spagna
Per
mettere in ginocchio l'Inghilterra, unica potenza ancora in armi contro
la Francia, Napoleone avviò un embargo. Tuttavia questo embargo,
chiamato Blocco Continentale non diede i risultati sperati. Il
fallimento del blocco fu dovuto al fatto che molti paesi europei non vi
aderirono completamente, continuando a mantenere scambi commerciali con
l'Inghilterra. Napoleone inoltre, per colpire il Portogallo che
manteneva aperti i suoi porti alla flotta inglese, invase anche la
Spagna .
La successiva scelta della Russia di uscire dal blocco, costringerà
Napoleone a imbarcarsi in una campagna che per lui sarà catastrofica.
Nel
1808, sfruttando un contrasto nella famiglia reale spagnola mise sul
trono di Spagna il fratello Giuseppe Bonaparte, facendola così entrare
direttamente nell'orbita dell'Impero francese. Contemporaneamente le
truppe francesi invadevano e conquistavano il Portogallo; ma la
situazione divenne presto problematica. Gli inglesi, infatti, fecero
sbarcare in Portogallo truppe al comando del generale sir Arthur
Wellesley futuro duca di Wellington, che riuscì a liberare il
Portogallo.
In spagna la popolazione era insorta contro l'occupazione francese e
aveva iniziato una durissima guerriglia che costrinse Giuseppe
Bonaparte alla fuga, richiedendo l'intervento diretto di Napoleone.
Questi scese in Spagna ed il 4 dicembre Madrid si arrendeva
all'imperatore francese.
Tra
il 5 e il 6 luglio 1809 Napoleone sconfisse anche la neonata quinta
coalizione a Wagram, dopo aver occupato Vienna. L'Austria subì
pesantissime condizioni di pace: il Trentino-Alto Adige/Sud Tirolo, la
Baviera, l'Istria e la Dalmazia furono perse. L'indennizzo di guerra fu
enorme.
Nel
1810, l'Europa era definitivamente ridisegnata secondo il volere
napoleonico. I territori sotto il diretto controllo francese si erano
espansi ben oltre i tradizionali confini pre-1789; il resto degli Stati
europei era o suo satellite o suo alleato.
Nel
1810, preoccupato di lasciare una discendenza, Napoleone sposò Marie
Louise d'Austria che gli diede un figlio, Napoleone II
Ma
la discesa dell’ imperatore cominciò nel tentativo abbattere, la
Russia l’invasione cominciò con 600.000 uomini, la "Grande
Armata" ma si trasformò in una sconfitta che costo la vita a
500.000 soldati.
Napoleone
e l'austriaco Metternich si erano accordati per un matrimonio di Stato.
Il 1º aprile 1810 Napoleone sposò la figlia dell'imperatore d'Austria,
Maria Luisa, nipote di Maria Antonietta, (la
regina decapitata durante la Rivoluzione il che provocò non poche
polemiche in Francia).
Con questo matrimonio l'Austria si era legata a Napoleone, il che
portava alla creazione di un'alleanza pressoché indissolubile.
Napoleone ebbe un erede legittimo da Maria Luisa Napoleone Francesco,
detto il re
di Roma che però
non salì in realtà mai al trono.
La
campagna di Russia
Nonostante
gli accordi stabiliti a Tilsit, lo zar Alessandro I di Russia aveva
cominciato a temere Napoleone e rifiutò di collaborare con lui riguardo
al Blocco Continentale, per non danneggiare l'economia russa. Fu questa
la principale causa che spinse Napoleone a invadere la Russia nel 1812
con ben 655.000 uomini, costituiti in massima parte da Contingenti
stranieri e di cui solo un terzo dei quali francesi. I russi, comandati
da Kutuzov, decisero la tattica della ritirata piuttosto che scontrarsi
contro il preponderante esercito napoleonico. Il 7 settembre nei
dintorni di Mosca ebbe luogo la battaglia di Borodino: i russi,
sconfitti, ripiegarono e Napoleone entrò a Mosca una settimana dopo,
nel pomeriggio del 14 settembre, dopo aver posto il suo quartier
generale sulla collina Poklonnaja, convinto che Alessandro avrebbe
negoziato la pace. Napoleone non poteva immaginare che la città
completamente vuota nascondesse in realtà un'insidia: nella notte Mosca
cominciò a bruciare, essendo state appiccate le fiamme da alcuni russi
nascosti nelle case. Napoleone, che aveva tentato a più riprese di
venire a un accordo con Alessandro I senza riuscire neanche a far
ricevere i suoi messi, perdendo così tempo prezioso per la ritirata,
vista la prossimità dell'inverno, si rese conto della necessità di
ritirarsi.
La
Grande Armata francese soffrì gravi perdite nel corso della rovinosa
ritirata; la spedizione era iniziata con circa 700.000 uomini e 200.000
cavalli, alla fine della campagna poco più di 18.000 uomini raggiunsero
Vilna rimanendo nei ranghi; a questi si aggiunsero poi quarantamila
isolati nei giorni successivi. In totale più di 400.000 furono i morti
e 100.000 i prigionieri.
La
sesta coalizione . la sconfitta di Lipsia, l'abdicazione e l'esilio
all'Elba
La
prima a unirsi alla vittoriosa Russia fu la Prussia che, abbandonando
l'alleanza con Napoleone, si schierò a fianco dell'Inghilterra. Era la
sesta coalizione. Napoleone non si fece cogliere impreparato, e
sconfisse i prussiani nel maggio 1813. Nel corso di un memorabile e
burrascoso incontro bilaterale Napoleone e Metternich non riuscirono a
giungere a un accordo, e il 12 agosto l'Austria si univa alla coalizione
antifrancese. Le forze napoleoniche si scontrarono con gli eserciti
congiunti di Austria, Russia, Prussia e Svezia nella battaglia di
Lipsia, detta "battaglia delle Nazioni" perché vi
parteciparono eserciti di tutta Europa. L'inesperto esercito francese,
formato in gran parte da giovani reclute, la defezione dei contingenti
tedeschi e le soverchianti forze nemiche furono i fattori che
determinarono la sconfitta di Napoleone a Lipsia.
Rientrato
precipitosamente a Parigi, Napoleone doveva subire ora
l'insubordinazione di tutti i corpi politici: le Camere denunciarono
solo ora la sua tirannia, la nuova nobiltà da lui creata gli girò le
spalle, il popolo ormai stanco della guerra rimase freddo, i marescialli
dell'Impero cominciarono a defezionare.
Il
giorno di Natale del 1813 la Francia veniva invasa dagli eserciti della
coalizione. Un mese dopo, il 25 gennaio 1814 , Napoleone si metteva al
comando di un esercito di 60.000 veterani della Vecchia Guardia.[ Per
due mesi, Napoleone tenne testa al nemico in quella che sarà
definita da alcuni la sua campagna più brillante, ma sconfitto infine
dalle forze prussiane ,da
quelle austriache e da quelle russe consapevole di non poter anticipare
le truppe nemiche in marcia su Parigi, Napoleone ripiegò su
Fontainebleau ove il 4 aprile annunciò ufficialmente la sua intenzione
di chiedere la pace.
A
Fontainebleau Napoleone passò giorni duri e difficili. Gli giunse
notizia che il nemico aveva rigettato la sua proposta di pace che
stabiliva il ritorno ai «confini naturali» della Francia. Lo zar
Alessandro I gli impose l'abdicazione il 6 aprile.(Il
12, Napoleone ingerì una forte dose di veleno ma miracolosamente si
salvò)
Le nazioni coalizzate invasero la Francia indifesa, il 4 marzo 1814
Parigi venne occupata dalle truppe nemiche, il 6 aprile Napoleone è
costretto ad abdicare e poi a rinunciare alla totalità dei suoi poteri
andando in esilio all'isola d'Elba il 7 luglio dello stesso anno.
Durante il suo esilio, Austriaci, Prussiani, Inglesi e Russi, nel corso
del Congresso di Vienna, si divisero quello che fu il Grande Impero di
Napoleone Bonaparte che, nel marzo 1815, fuggi dalla prigionia e sbarcò
in Francia, riorganizzò un esercito, sognando di riconquistare il
potere, ma, dopo "cento giorni", il 18 giugno 1815 lo
aspettava la disfatta sui campi di Waterloo .
Confinato
nella lontana Isola di Sant'Elena, Napoleone Bonaparte morì a Longwood,
sotto la sorveglianza degli inglesi, il 5 Maggio 1821.
I
"Cento giorni"
Il
nuovo sovrano della Francia restaurata Luigi XVIII Borbone, era
odiato alla popolazione infatti stava lentamente smantellando tutte
le conquiste della Rivoluzione e tutto quanto fatto di buono dal
vecchio imperatore . Queste notizie, aggiunte alla voce ormai certa che i nemici
fossero prossimi a trasferirlo lontano dall'Europa, portarono Napoleone
ad agire. Imbarcatosi in gran segreto con uno sparuto gruppo di
granatieri su un bastimento, l'imperatore eluse la sorveglianza inglese
e il 1º
marzo 1815 sbarcò in Francia iniziando così i leggendari "Cento
giorni". La popolazione lo accolse con un entusiasmo sorprendente,
e gli eserciti inviatigli contro da Luigi invece di fermarlo si unirono
a lui. Il 20 marzo Napoleone entrò trionfalmente a Parigi, mentre Luigi
era fuggito in gran fretta sotto suggerimento di Talleyrand, il quale al
Congresso di Vienna spinse le teste coronate a riprendere la spada
contro il despota.
Riorganizzato
in gran fretta l'esercito, Napoleone chiese ai nemici nuovamente
coalizzatisi la pace alla sola condizione di mantenere il trono di
Francia ma l’funica risposta fu la guerra .Si giunse dopo alterne
vicende al fatale 18 giugno 1815, «la giornata del destino», quella
della battaglia di Waterloo. Il piano strategico generale di Napoleone
venne mandato all'aria dall'inefficienza dei suoi marescialli
Napoleone
schierò le sue ultime forze in quadrati e iniziò una lenta, ordinata
ma drammatica ritirata conscio della certezza della fine di ogni suo
sogno.
Le
forze nemiche, viceversa, entrarono a Parigi e rimisero sul trono Luigi
XVIII. Napoleone voleva fuggire negli Stati Uniti, ma il 15 luglio 1815
Napoleone braccato si arrese agli inglesi salendo a bordo della nave HMS
Bellerofont.
L'esilio
a Sant'Elena e la morte
Il
16 ottobre 1815 la nave da battaglia inglese HMS
Northumberland giunse a Sant'Elena col prezioso carico. Ivi, con
un piccolo seguito di fedelissimi, fu trasferito nel villaggio interno
di Longwood, ove rimase fino al decesso.
I
dolori allo stomaco di cui già soffriva da tempo, acuitisi nel clima
inospitale dell'isola e con il duro regime impostogli, lo condussero
alla morte il 5 maggio 1821 alle ore 17:49. Le ultime parole di
Napoleone furono Francia
e testa
dell'armata.
Egli chiese di essere seppellito sulle sponde della Senna, ma fu invece
seppellito a Sant'Elena come stabilito già l'anno prima dal governo
inglese. Il governatore Lowe e i suoi uomini gli tributarono gli onori
riservati a un generale. L'autopsia
accertò la causa di morte in un tumore dello stomaco